Úgy hasonlítanak egymáshoz, mint
két tojás, letteralmente “si assomigliano come due uova”.
Questo modo di dire ha un equivalente in inglese, “they are as like
as two peas in a pod”, usata per indicare due cose o persone molto
simili o addirittura uguali tra loro.
È una locuzione poco utilizzata in
italiano, ma nota grazie a un film con Stan Laurel e Oliver Hardy
(Stanlio e Ollio, in ungh. Stan és Pan). Si tratta de “I
figli del deserto” (1933), dove – per nascondersi dalle mogli –
si rifugiano in soffitta e preparano un giaciglio di fortuna:
“Staremo come due piselli in un baccello”, dice Ollio a Stanlio,
come a dire che staranno insieme a proprio agio. È uno slittamento
di senso rispetto al modo di dire inglese e magiaro, che invece
sottolineano l’affinità tra due persone.
Per avvicinarsi a tale senso, in
italiano abbiamo diversi modi di dire: “sono della stessa stoffa”,
“sono dello stesso stampo”, che però si utilizzano anche in
senso negativo. Potremmo usare anche l’espressione “essere pappa
e ciccia”, “tale e quale” (titolo anche di uno show televisivo
di imitazioni) oppure, per gli innamorati, “due cuori una capanna”.
Comunque l’espressione italiana
(quasi) equivalente a quella ungherese è “essere culo e camicia”,
che allude metaforicamente a una grande familiarità tra due persone,
diffusa anche in altri paesi di lingua neolatina: in francese “cul
et chemise”; in spagnolo, con un’altra metafora, “ser uña y
carne” (essere unghia e carne).
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