giovedì 25 giugno 2015

Frasari italo-ungheresi online.

Questo blog fornisce anche strumenti per l'apprendimento della lingua ungherese. Lo abbiamo fatto varie volte e lo faremo. Così come segnalo le risorse disponibili online (v. post 29 luglio 2013), e potete scaricare la sitografia dalla ns pagina di download.

Mi scrive ora Benedetta Montagnoli per segnalare il portale http://it.bab.la/, che offre gratuitamente 39 dizionari in 27 lingue. Tra questi c'è un dizionario ungherese-inglese e utili frasari in italiano-ungherese: business, corrispondenza, domande di lavoro, scrittura accademica, viaggi.
Ci sono anche tabelle di coniugazione verbi e quiz per verificare il proprio apprendimento della lingua straniera.

Il sito è un progetto linguistico nato da Andreas Schroeter (ideatore) e Patrick Uecker (realizzatore), per andare oltre le traduzioni letterali e “vivere” un'altra lingua.
Nel 2015 questa piattaforma online è entrata a far parte della Oxford University Press, con la missione di diventare il più grande dizionario online del mondo.

lunedì 22 giugno 2015

Personaggi ungheresi nel mondo.

Sapevate che il regista del celebre film Casablanca (1942), con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, cioè Michael Curtiz, era di origine ungherese (alla nascita: Kertész Mihály)?
E sapete che, quasi ogni giorno, ignari utilizziamo una parola ungherese: biro (ungh. biró: arbitro; giudice), dal nome dell'inventore ungherese della penna a sfera?
Certamente saprete che ungherese è l'inventore del più diffuso gioco al mondo: il cubo di Rubik.

Questo blog è nato anche per far conoscere i personaggi ungheresi che hanno una qualche notorietà (è pure uno degli obiettivi del padiglione dell'Ungheria all'Expo 2015 di Milano): persone illustri, cioè che hanno dato lustro all'Ungheria, o comunque influenti, per caratteristiche positive o meno, note nel mondo.
Ebbene, ho pensato di compilare una lista di personaggi ungheresi (cognome e nome, anni di nascita e morte, attività). Ne ho individuati quasi quattrocento. Li ho messi in ordine alfabetico, ma anche in ordine di notorietà, provando a combinare prestigio e popolarità.
Poi ho scoperto un sito del Mit (Massachusetts Institute of Technology di Boston) che, nell'ambito dell'Osservatorio sulla complessità economica, ha previsto il progetto Pantheon: una mappatura della produzione culturale globale. Insommma, una classifica dei personaggi che hanno più influenzato il mondo, dal Mille avanti Cristo ad oggi. Tale classifica di personaggi influenti è disponibile anche per ciascun Paese. Il criterio, seppur statistico, è discutibile (Wikipedia e un testo enciclopedico), ma la lista offre molti spunti.
Si può leggere l'elenco dei primi 100 personaggi più influenti nella storia: da Aristotele a Democrito. Al 63° posto c'è l'unico personaggio il cui paese d'origine è l'Ungheria: Attila l'Unno, che però non è un magiaro.
Poiché anche in Ungheria Attila è considerato un antenato”, l'ho inserito poi nella mia lista. Ho anche inserito Báthory Erzsébet (nota anche come contessa Dracula”, non un fiorellino!), che non conoscevo ma risulta addirittura 3° nella classifica Mit.
Mi ha sorpreso anche la presenza di Ilona Staller (46°, pornostar ed ex parlamentare italiana), che però avevo già inserito. Mi hanno sorpreso anche le origini ungheresi di Pulitzer (quello del prestigioso premio giornalistico americano) e Houdini (sì, proprio il famoso illusionista). Così come quella di tanti scienziati e inventori (13 i premi Nobel assegnati a ungheresi). E quando si dice misica leggera italiana a cavallo tra anni '30 e '40 del Novecento si pensa al Trio Lescano: tre sorelle di origine ungherese!
Pertanto ho ricombinato anche la mia personalissima classifica, resa graficamente con un clouds” (immagine a lato).

Dal Phanteon del Mit segnalo i primi 10 personaggi più influenti nel mondo:
1. Aristotele
2. Platone
3. Gesù Cristo
4. Socrate
5. Alessandro Magno
6. Leonardo da Vinci
7. Confucio
8. Giulio Cesare
9. Omero
10. Pitagora.

Stessa fonte per i primi 10 in Italia (in totale 791):
1. Leonardo Da Vinci
2. Giulio Cesare
3. Archimede
4. Michelangelo
5. Augusto
6. Cristoforo Colombo
7. Dante
8. Galileo Galilei
9. Virgilio
10. Nerone.

Stessa fonte per i primi 10 in Ungheria (in totale 80):
1. Attila
2. von Neumann J.
3. Báthory E.
4. Martino di Tours
5. Genserico
6. Herzl T.
7. Hunyadi J.
8. Stefano I
9. Puskás F.
10. Kertész I.

Nella mia lista di 395 personaggi ungheresi, su cinque livelli, ho messo al livello più alto (5): Attila, Liszt e Rubik.
Al livello 4 ci sono: Bártok, Capa, Lukács, Márai, Petöfi, Puskás.
Al 3: Ady, Báthory, Heller, Kertész, Kodály, Mátyás király, Nagy, Polanyi, István király, Széchenyi, Szent-Györgyi, von Neumann.
Gli altri (livello 2 e 1) si scoprono nel file scaricabile dalla pagina di download.
Nella mia lista ci sono molti ungheresi che poi hanno cambiato nome. Si tratta in genere di quelli costretti a emigrare nei periodi critici, in particolare: dopo il 1848 (fallimento della rivoluzione indipendentista); negli anni '20 del Novecento (fine dell'Impero Austro-Ungarico, smembramento dell'Ungheria, crisi economica); negli anni '30 del Novecento (persecuzioni antisemite del regime di Horthy); dopo il 1945 (fine II guerra mondiale); dopo il 1956 (fallimento della rivoluzione contro il regime stalinista).

Altre curiosità dagli elenchi Mit.
Le donne sono pochissime in tutte le liste.
In Ungheria le prime tre tipologie di personaggi influenti vedono nell'ordine: politici (31,25%), scrittori (8,75%), calciatori (7,5%). In Italia: religiosi (28,07%), politici (12,39%), calciatori (9,86%).
Insomma, il potere è maschile (influenza prevalente quella greco-romana) e - in Italia e Ungheria - ruota attorno a politica (la religione, in Italia, è spesso assimilabile al potere temporale) e… calcio.

 
CHI MANCA? Segnalatemi altri personaggi (cognome e nome, anni di nascita/morte, attività)!

sabato 20 giugno 2015

Conversazioni italo-ungheresi online.

Come ho già scritto, gli studi accademici sono indispensabili per mantenere viva una lingua, una cultura. Ma non sufficienti: servono mezzi di divulgazione a portata di chiunque.

Ecco perché è molto apprezzabile lo Skype Klub Italiano che mi ha segnalato una lettrice di questo blog, Helga Tünde Henyei, creatrice di tale sito web. 
Helga mi ha scritto: “ho creato una pagina su Facebook per ungheresi che studiano la lingua italiana e vorrebbero praticarla. Cerchiamo italiani che amano parlare :) - sono tanto che ne dici? :) - vogliono fare amicizia con ungheresi su skype e questo modo ungheresi avrebbe la possibilitá di praticare la lingua, e sentire il dialetto vero italiano.

Che dire di più? Gyakorlat teszi a mestert, cioè la pratica fa il maestro. Quindi, se volete praticare la lingua ungherese, o quella italiana, cominciate anche iscrivendovi a tale sito: un modo di divulgazione semplice e gratutio.

mercoledì 17 giugno 2015

Turismo Italia-Ungheria.

La crisi ha influito sul turismo, anche se ora l'Italia è uscita dalla recessione e, in questo, l'Ungheria l'ha preceduta.
Il turismo internazionale è in ascesa. Il turismo domestico è in crisi: fatto 100 il numero di italiani che si sono spostati per turismo (in Italia o all'estero), nel 2013 tale parametro è sceso sotto 70 (rapporto Bit2015, Italiani in viaggio).
Grazie all'Expo, quest'anno i turisti stranieri in Italia dovrebbero superare – per la prima volta – la popolazione (60 milioni). Le mete preferite sono Veneto (Venezia, Verona, Garda) e Trentino. Poi Toscana (Firenze, Pisa, Siena), Lazio (Roma), Lombardia (Milano, Garda). Seguono distanziate: Emilia-Romagna (Bologna, Rimini), Sicilia (Palermo, Catania, Taormina); Campania (Napoli, Sorrento, Positano); Piemonte, Sardegna, Liguria, Friuli e Puglia.

La quota di turisti italiani in Ungheria (in prevalenza, Budapest e terme) è stata dell'1,4% (dati 2012), al 15° posto nelle destinazioni. Il dato comprende il cosiddetto 'turismo medicale' (cure dentali). Andamento altalenante negli anni, ma in crescita sul lungo periodo.

Invece l'Italia è stato il 4° paese come destinazione dei turisti ungheresi (5,5%), dopo Germania (13,7%), Austria (7,1%) e Regno Unito (5,8%), ma prima di Romania e Polonia. Altre fonti, collocano l'Italia al 3° posto dei paesi più importanti per il turismo ungherse, dopo Germania e Austria, con un boom di presenze nel 2012 e quasi 620mila pernottamenti.
Secondo i dati Istat (2010) le presenze ungheresi nel Bel Paese hanno privilegiato il Nord, in particolare Veneto e Friuli; seguono Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. Quell'anno l'Italia era all'8° posto nelle preferenze degli ungheresi, ma con oltre 350 mila ungheresi aveva raggiunto quasi 1,5 milioni di pernottamenti.

Insomma, i dati sul turismo Italia-Ungheria appaiono contrastanti. Certo, l'Italia come meta balneare degli ungheresi è scesa a vantaggio della Croazia. Ma la domanda di 'italianità' in Ungheria resta comunque alta.
C'è molto da fare per riorganizzare il turismo in Italia e attirare più turisti, ungheresi compresi.
Anche l'Ungheria però può fare ancora molto per attrarre più turisti italiani.

domenica 7 giugno 2015

Italiani in convegno a Budapest.

Budapest, Accademia delle scienze
Più volte ho scritto del Cisueco, il Centro interuniversitario di Studi Ungheresi e sull’Europa Centro-Orientale, attivo da trent'anni in Italia. In giugno è in trasferta a Budapest.

Il 9 giugno, all'Istituto italiano di cultura (Budapesti Olasz Kultúritezet, Bródy S. u. 8, ore 18), musica ungherese e liriche ungheresi dedicate all'Italia. È la riproposizione dell'analoga iniziativa svoltasi a Venezia poco tempo fa (v. post 17 maggio '15): il magiarista, nonché direttore del Cisueco, Roberto Ruspanti e l'attrice Nyári Szilvia leggono poesie dalla raccolta L'Italia vista dai poeti ungheresi (Rubettino, 2014), accompagnati dalla pianista Annie Corrado.

Chi anticipa di due ore l'arrivo al bel palazzo che ospita l'IIC (ore 16), potrà partecipare a un evento legato all'Expo: la degustazione di Chianti classico con Giuseppe Mazzocolin, viticoltore toscano, e lo chef Graziano Cattaneo per mini degustazione di ricette tipiche. Attenzione, però: l'incontro è riservato ai soci del “Club degli Amici dell'Istituto” (potete iscrivervi) e serve la prenotazione.

L'11-12 giugno, presso l'Accademia ungherese delle scienze (Magyar Tudományos Akadémia, Széchenyi I. tér, 9), c'è il convegno “All’ombra della Grande Guerra. Incroci fra Italia e Ungheria: storia, letteratura, cultura” (A Nagy Háború arnyékában. Kereszteződések Olaszország és Magyaroszág között). Si tratta di un evento rilevante sulla I guerra mondiale, che vide Italia e Ungheria contrapposte, e che oggi vede collaborare Cisueco e MTA.
Prevista la partecipazione di venti relatori, metà italiani e metà ungheresi. Gli studiosi italiani li ho già citati (v. post del 24 febbraio '15), dimenticando però Carla Corradi Musi e Giulio D'Angelo; ecco quelli ungheresi: Bertényi jr. Iván, Bognár Katalin, Csaplár-Degovics Krisztián, Frenyó Zoltán, Frivaldszky János, Hörcher Ferenc, Madarász Imre, Turbucz Dávid, Turgonyi Zoltán, oltre all'italo-ungherese Beatrice Töttössy.

giovedì 4 giugno 2015

Italian taste vs Italian sounding.

Il patrimonio agroalimentare italiano è unico in assortimento e qualità. Perciò in tutto il mondo c'è chi lo imita. È il fenomeno dell'Italian sounding (IS): immagini, marchi, denominazioni che fanno credere che un determinato prodotto sia originario dell'Italia. Invece si tratta di copie, spesso di bassa qualità. Secondo Carlo Calenda, viceministro allo sviluppo economico, “il fenomeno è così esteso perché i prodotti originali italiani sono introvabili nei punti vendita americani mentre abbonda l'Italian sounding di Kraft e Unilever.”
Fenomeno analogo ho riscontrato in Ungheria, ma è diffuso in tutta l'UE.
Addirittura si stima che il valore dell'IS nel mondo sia di 54 miliardi l'anno, circa il doppio del valore delle esportazioni agroalimentari italiane, che comunque negli ultimi anni sono aumentate del 70% (obiettivo 2020: 50 miliardi di euro).
Molti denunciano tali imitazioni o contraffazioni come una truffa, anche se non manca chi – come Piero Bassetti, presidente dell'Associazione Globus et Locus – ritiene che “chi copia i nostri prodotti ci fa un favore” in quanto ambasciatori inconsapevoli del nostro modo di produrre e vivere. Ma per i produttori italiani è una perdita economica nonché una svendita dell''italianità'.

Comunque, contri i falsi prodotti 'italiani', il governo ha varato un Piano straordinario per il made in Italy, che prevede una campagna di comunicazione e l'aumento sugli scaffali della grande distribuzione dei prodotti originali del Bel Paese. Sarà adottato anche un segno distintivo per i prodotti agroalimentari italiani (il marchio “Italian Taste”).
Inoltre l'Italia (supportata da Croazia, Francia, Grecia, Portogallo e Francia) vuole ottenere dall'UE l'etichettatura di origine dei prodotti nei settori: calzature, tessile, ceramica, arredo e oreficeria.
C'è però chi rema contro: la Lettonia, che ha la presidenza di turno della UE, ha proposto che il regolamento consumatori preveda il paese d'origine solo per i settori calzature e ceramiche (solo quelle per alimenti), ed è appoggiata da Germania, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Belgio Olanda e Irlanda.
Il pericolo di una deregolamentazione che danneggi i prodotti “Made in” e che inganni i consumatori è evidenziato dalla Coldiretti, che teme questo pessimo esito se andrà in porto il TTIP, accordo di partenariato transatlantico per commercio e investimenti tra Usa e UE. Se così fosse, i consumatori europei potrebbero veder aumetare i prodotti taroccati (provenienti in particolare dali Stati Uniti) nei punti vendita.

Comunque, amici ungheresi, se cercate il Made in Italy dovrete cercare il marchio “Italian taste”, un'indicazione molto utile (al di là di qualche retorica patriottarda).

Infine, un flash sull'andamento delle esportazioni italiane. Sace ha presentato il rapporto 2015/2018 che ne prevede un incremento.
In particolare, vengono indicate le maggiori opportunità di crescita in 39 Paesi (i tre quarti dell'export italiano). Fatto 100 l'indice di opportunità massima, ai primi posti ci sono: Arabia Saudita (85), Regno Unito (79) e Germania (78). L'Ungheria è al 24° posto (64), dietro Slovacchia (70), Turchia (70) e Polonia (68), ma davanti alla Russia (60).
Dallo stesso rapporto (consultabile in rete, insieme alla mappa mondiale) si ricava che la quota di mercato dell'export italiano in Ungheria è del 4,4%, dietro alla Germania (25,2%), ma davanti a Francia (4,1%) e Spagna (1,5%).

lunedì 1 giugno 2015

Proverbio/detto ungherese del mese (1026)

A pokol útja jó szándékkal van kikövezve, trad. dall'ungherese, “la strada dell'inferno è lastricata con buona intenzione”. Identico al detto italiano “la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni”. In realtà si tratta di un'aforisma che Karl Marx riporta nel saggio L'ideologia tedesca (scritto con Friedrich Engels): “Der Weg zur Hölle ist mit guten Vorsätzen gepflastert, citazione dal libro (pur criticato da Marx) di Max Stirner L'unico e la sua proprietà, dove però al posto di inferno c'è la parola rovina.

Il significato filosofico è variamente interpretabile.
Il senso comune ne dà due principali interpretazioni: 1) non basta l'intenzione per ottenere un buon risultato, poiché spesso intervengono altri fattori che possono addirittura sortire l'effetto contrario a quello desiderato (l'interazione collettiva produce risultati non predeterminabili); 2) spesso le buone intenzioni nascondono fini inconfessabili e a danno di chi ci crede (bisogna guardarsi da chi abusa della credulità popolare).
Insomma, occorre prudenza nel dar credito a chiunque, e valutare dai comportamenti (e dalle relaive conseguenze) più che dalle parole le vere intenzioni di una persona, specie di chi si dice disinteressato” e agisce per il bene comune”.

Reciproco di questo aforisma è quello di François de La Rochefoucauld, secondo il quale invece: Spesso ci vergogneremmo delle nostre più nobili azioni se si potesse vedere da quali motivi sono determinate”. Insomma, la molla di buoni atti risiede a volte in sentimenti negativi.

Carlo Lapucci ci ricorda però (Dizionario dei proverbi italiani, Le Monnier, 2006) un'origine più antica di un'espressione simile: “L'inferno è lastricato di buone intenzioni”, presente nelle Lettere di S.Francesco da Sales, che cita un passo latino di S.Bernardo. Il relativo commento è che è facile manifestare buoni propositi ma è difficile attuarli; oppure, ciò che inizialmente sembrava buono poi si rivela nocivo.