mercoledì 20 maggio 2015

Coppie italo-ungheresi in crescita.

Kitti è arrivata pochi anni fa, neolaureata, in Italia dall'Ungheria. Ha trovato lavoro come fisioterapista a Savona. Matteo, suo collega italiano, l'ha corteggiata insistentemente. Ora convivono serenamente.
Krisztina è ungherese, a Milano per studio. Ha conosciuto Luca, italiano, che è diventato il suo fidanzato. Ora pensa di trasferirsi in Italia, definitivamente, per sposarlo.
Sono esempi di coppie italo-ungheresi, un genere di coppia mista” (ungh. vegyes pár) che sembra in crescita (qualche centinaio di persone sui circa 10 mila ungheresi presenti in Italia).
Mentre in USA, Inghilterra e Francia è diffuso dall'epoca delle colonie, in Italia il fenomeno delle coppie miste è recente: una ventina d'anni, conseguenza dei processi migratori
È un fenomeno in crescita. In Italia, concentrate nel Nord, ci sono oltre 600mila coppie miste, intese come quelle dove un partner è straniero: per i tre quarti straniera è la donna, in prevalenza del Nord e dell'Est Europa (romene, polacche, ucraine ecc.); nel restante quarto lo straniero è uomo, in prevalenza del Nord- Africa.

I motivi della crescita delle famiglie miste, un vero e proprio boom da un decennio, sono svariati. Limitandoci alle coppie italo-ungheresi, si può affermare che l'occasione di instaurare una relazione stabile è data prevalentemente dal lavoro e dallo studio (la generazione Erasmus”, grazie anche ai social network, appare la più coinvolta). Non appare rilevante invece il turismo, occasione tuttalpiù di avventure occasionali. Una stima verosimile fa dire che oltre l'80% delle coppie italo-ungheresi è formata da un uomo italiano (più galante?) e una donna ungherese (più bella?), e che tali coppie sono molto più frequenti in Italia che in Ungheria.

Quali problemi, ma anche quali opportunità, derivano da tale fenomeno?
Intendiamoci: qualsiasi coppia è l'unione di due diversità ed è una scommessa. Ma nelle coppie cosiddette miste” (aggettivo, in genere, enfatizzato per le coppie West versus the Rest”, cioè dove un partner non è occidentale”) il tema della diversità culturale appare predominante e non facile da affrontare. Non è un caso che i fallimenti (separazioni e divorzi) siano maggiori nelle coppie miste rispetto a quelle tradizionali.

Parliamo dunque di relazioni di coppia italo-ungherese, in forma di matrimonio (ungh. házasság) o di convivenza (ungh. élettársi közösség).
Dal punto di vista macrosociale, il processo di integrazione di chi è straniero – sia in Italia che in Ungheria – non sembra dar luogo a modalità negative, ghettizzanti come la separazione (il gruppo etnico straniero si chiude in sé) o la marginalizzazione (perdita d'identità).
Le modalità di acculturazione (cambiamenti nel comportamento e nella psicologia dopo il contatto tra culture diverse) avvengono prevalentemente in modo biculturale, cioè lo straniero mantiene la cultura d'origine e acquisisce quella nuova.
Quindi è un'integrazione positiva, anche se non manca il fenomeno negativo dell'assimilazione (la persona perde la sua identità culturale minoritaria e acquisisce solo quella maggioritaria), presente negli italo-ungheresi di seconda generazione, cioè tra i figli delle coppie miste. La diffusione di associazioni interculturali, come anche lo sviluppo di scambi culturali nella rete, potrebbero evitare tale limite.
In generale, i matrimoni di convenienza o per necessità non sembrano presenti nelle unioni italo-ungheresi, basate perlopiù su un'unione intellettuale o su chance di cambiamento culturale.

Come già osservato in precedenza (v. post del 23 marzo '15), le diversità culturali tra italiani e ungheresi non sono differenze di civiltà, anzi i due popoli condividono molti usi e costumi, i valori sono in gran parte comuni: elementi che favoriscono il successo delle coppie miste italo-ungheresi.
Le diversità però ci sono, come ci possono essere pregiudizi negativi: esserne consapevoli aiuta la coppia a superare le difficoltà.
Eccone alcune diversità di cui tener conto.
In Ungheria la divisione tra Stato e Chiesa è netta, mentre in Italia il matrimonio religioso si intreccia con quello civile.
In Italia esiste l'istituto della separazione, che precede il divorzio (almeno 3 anni, anche se il Parlamento sta riducendo tale periodo); in Ungheria si arriva in poche settimane al divorzio, se la coppia lo decide.
La differenza tra uomo e donna all'interno della famiglia appare ancora marcata (a svantaggio della donna), sia in Italia che in Ungheria. Sul lavoro tali differenze, ingiustificabili, si riducono, specie in Ungheria, dove la donna si è maggiormente emancipata.
La religione prevalente nei due Paesi è quella cattolica, con una forte presenza protestante in Ungheria però. Comunque, entrambe le società sono molto laiche, tanto che i rapporti prematrimoniali sono di fatto la regola.
Le diversità nella gestione del tempo e dell'economia domestica, sopratutto quella nell'educazione dei figli, non sono ostacoli insormontabili se la dinamica di coppia è inclusiva di entrambe le culture. Per evitare incomprensioni, particolare attenzione va dedicata alle due lingue, che sopratutto i figli dovrebbero conoscere poiché sono all'origine anche dei significati diversi attribuiti alle parole o ai modi di esprimersi.

Comunque, viva le coppie miste, che rappresentano un laboratorio sociale per sperimentare pratiche interculturali capaci di migliorare il mondo in cui viviamo.

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