lunedì 5 maggio 2014

Proverbio/detto ungherese del mese (1013).



Questa rubrica compie un anno e si concede un tuffo nei modi di dire attuali.
La creazione di nuovi proverbi (közmondások) si è arrestata con l’affermarsi dei nuovi mass media: la prima generazione, analogica, tra il XIX e il XX secolo (cinema, fotografia, radio); la seconda, digitale, nel passaggio tra il I e il II millennio (tv, pc, internet, smartphone).
In realtà la creazioni di frasi fatte di contenuto “sapienziale” è continuata sotto forma di nuovi aforismi (aforizmák). Infatti, l’anonimato dei vecchi proverbi (prodotto della cultura orale) ha ceduto il posto all’informazione in tempo reale (corto circuito tra scrittore e lettore).
Ancor più è continuata la creazione di modi di dire (szólások), a livello locale e globale, veicolati dalla rete e utilizzati a piene mani nel linguaggio giornalistico e nella pubblicità.

Quelli che seguono sono alcuni modi di dire (con equivalenti inglesi,), raccolti da Paczolay Gyula, il pariemiologo che già conosciamo (v. post del 16 dicembre ‘13). Paczolay – ancora attivo ricercatore, nonostante il pensionamento – li ha rilevati da giornali, riviste, radio e tv ungheresi.
Naturalmente, li ho corredati dei corrispondenti modi di dire italiani.

Béna kacsa.
Lame ducy.
È un’anatra zoppa.

Kiteríti a kártyáit.
He spreads out his card.
Mettere le carte sul tavolo.

Egészpályás letámadás.
Attacks on all frontlines.
Attacco su tutta la linea.

Ez a meccs még nincs lejátszva.
This competition is not yet over.
La partita non è ancora finita.

Soha ne mondd, hogy soha.
Never say: never.
Mai dire mai.

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