Mundruczó e il cane Hagen |
In
una delle sezioni dei premi minori di Cannes (Un certain regard) il
primo premio, assegnato dalla giuria presieduta dal regista argentino
Pablo Trapero, è andato al film White
God
(Dio Bianco, ungh. Fehér
Isten)
dell'ungherese
Mundruczó
Kornél, già
premiato nel 2008.
In questo decimo lungometraggio, Mundruczó descrive un mondo apocalittico di perdenti, dove contano i privilegi. Ma alla fine si intravede la speranza di un mondo più giusto e senza ipocrisie.
È
la storia, della tredicenne Lili e del suo miglior amico, il cane
meticcio Hagen.
In
una intervista,
Mundruczó
sostiene che oggi: “ Il
senso di superiorità è diventato il principale privilegio e valore
della civilizzazione occidentale ed è divenuto impossibile evitarne
l’abuso.”
E
prosegue: “E’
proprio questo atteggiamento che favorisce l’odio e che crea
menzogne e semiverità. Che
sembra volere incessantemente addomesticare le minoranze mentre in
realtà vuole distruggerle. Che in maniera ipocrita nega le
illegalità mostrando di non credere né alla pace sociale né alla
possibilità di una coesistenza possibile. Al
posto delle minoranze ho voluto scegliere pertanto degli animali come
soggetto del mio film, una specie derelitta che è stata una volta
amica dell’uomo e che ora è costretta a rivoltarglisi contro pur
di far valere la sua esistenza.”
Insomma, il film è una critica alla società in cui viviamo in Europa. Un film che utilizza molti generi, dal melodrammatico al thriller, e che probabilmente avrà un successo internazionale grazie anche al produttore ungherese Andrew G. Vajna, quello di Atto di forza, Terminator 3, Die Hard.
Il premio maggiore, la Palma d'Oro, va a Winter Sleep, film del turco Yuri Bilge Ceylan. C'è un premio anche per l'Italia: il film Le Meraviglie, di Alice Rohrwarcher, si aggiudica il Gran Prix.
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