Konrád György |
É
rara in Italia la pubblicazione di romanzieri ungheresi, viventi o
scomparsi. Nelle librerie sono arrivati da poco due libri, che vale
la pena di leggere.
Epepe
di Karinthy
Ferenc (1921-1992),
tradotto da Laura Sgarioto e pubblicato da Adelphi, è un libro da
incubo: quello del protagonista, Budai, che si ritrova in un paese
inospitale e dal linguaggio incomprensibile, dove un temporaneo
sollievo gli proviene dalla breve relazioe amorosa e linguistica con
la sconosciuta Epepe.
Karinthy
Ferenc, figlio del più noto Frigyes (scrittore e giornalista
dall'amara vena ironica), fu anche giornalista e traduttore. Scrisse
in tutto dieci romanzi. Epepe, scritto nel 1970, è l'unico finora
tradotto in italiano (nel 2001 ci fu una prima edizione, tradotta da
Agi Berta per le edizioni Voland)
Partenza
e ritorno
di Konrád
György
(1933), tradotto da Rényi Andrea per le edizioni Keller, è invece
un libro testimonianza, quasi autobiografico, scritto nel 2001
(Elutazás
és hazatérés).
Di agiata famiglia borghese d'origine ebraica, negli anni prima della
sconda guerra mondiale Konrád vide svanire il mito della
Mitteleuropa e manifestarsi lo spettro del nazismo e dell'olocausto.
In questo romanzo racconta questo passaggio tragico, intrecciando la
Storia con la sua esperienza personale.
Konrád
è anche un intellettuale scomodo. Dissidente negli anni del regime
socialista, ritornato in patria è stato uno dei fondatori del
Movimento
dei liberi democratici ungheresi
(SZDSZ,
secondo partito nelle elezioni del 1990). Nel 2012 – in un
articolo comparso anche sul New York Times, Hungary's
Junk Democracy
(la democrazia spazzatura dell'Ungheria) – non ha risparmiato
critiche alla nuova Costituzione voluta dal governo Orban.
Con
Konrád – già presidente del Pen Club e insignito del Premi
Internazionale per la pace (Francoforte, 1989) – l'editoria
italiana è stata più generosa, pubblicando anche altri tre romanzi:
Ebrei.
Il popolo universale (trad.
E. Horváth e G. Volpi, Gaspari, 2013); Il
perdente (trad.
Bruno Ventavoli, Anabasi, 1995); Il
visitatore (trad.
M. Martinelli Molnar, Bompiani, 1975).
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