Nella mia raccolta di proverbi ungheresi ci sono circa 160 mila caratteri. Impossibile non commettere errori (ne ho trovati anche su vocabolari). Ma trattandosi di un testo bilingue, seppur non accademico, ci tengo alla precisione.
Purtroppo, anche con una qualità del 99,99%, sono
prevedibili 16 errori. Finora ne sono stati trovati 11 (più una imprecisione).
Alcuni errori non cambiano il senso della frase. Altri, come il semplice
scambio tra una stessa vocale corta e una lunga (l’ungherese ha 14 vocali),
cambiano – anche radicalmente – il significato.
È probabile quindi, e non solo per refusi o sviste, che abbia fatto qualche errore di trascrizione o di traduzione.
È probabile quindi, e non solo per refusi o sviste, che abbia fatto qualche errore di trascrizione o di traduzione.
Spero, anche con l’aiuto dei lettori (specie quelli di
madrelingua ungherese), di rimediare.
La lista degli errori (ungh. hibajegyzék) fin qui riscontrati è disponibile sulla pagina di questo blog dedicata al libro di proverbi: la 1° edizione è messa a confronto con la 2°, e anticipo già le correzioni che apporterà alla 3° (se ci sarà).
PS: grazie alla rilettura certosina della 1° edizione del miolibro da parte di Melinda B. Tamás-Tarr, direttrice della rivista Osservatorio Letterario (Ferrara), sono stati corretti anche i più piccoli errori; in particolare due da cui è derivata una traduzione sbagliata: nel n. 546 ho confuso túrós (di ricotta) con túros (di crosta); nel n. 882 ho frainteso korán (presto) con Korán (Corano).
Errata-corrige = locuzione
latina che significa “correggi [queste] cose errate”.
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