martedì 15 aprile 2014

Ricordi italiani in Ungheria: Pippo Spano.



Il castello di Ozora
Uno dei più influenti feudatari ungheresi all’inizio del XV secolo era... italiano.
Si trattava del fiorentino Filippo Buondelmonti degli Scolari (1369-1426), poi noto come Pippo Spano (Pipo da Ozora per gli ungheresi). Mercante e condottiero di fiducia di Sigismondo di Lussemburgo, re d’Ungheria e imperatore del Sacro Romano Impero, si guadagnò il titolo di ispán (conte) della contea di Temes e arrivò – negli ultimi 25 anni di vita – a controllare la gestione finanziaria del regno. Divenne anche un feudatario, sposando l’ungherese Borbála (Barbara) da Ozora, un piccolo paese nel sud. Là fece costruire un castello, una chiesa e un monastero. Inoltre, si occupò del sistema difensivo di castelli per proteggere nel sud-est il regno d’Ungheria dai turchi.

Ma Scolari come arrivò in Ungheria? Al seguito di mercanti fiorentini che, negli ultimi anni del Trecento, cominciarono a cercare là un sbocco alle loro merci (tessuti di lana e seta, oggetti preziosi). I prelati e i nobili ungheresi si stavano arricchendo e avevano bisogno di dar lustro alle loro dimore, oltre che di funzionari per gestire le miniere (rame, argento), il conio della moneta, il commercio estero. Li trovarono nei fiorentini (e non solo: il cardiale lombardo Branda Castiglioni era vescovo a Veszprém), che ricevettero appalti importanti, come le Camere del Sale, affidate allo stesso Scolari. Questo sodalizio, con alti e bassi (anche i tedeschi arrivarono come funzionari), si sviluppò fino agli inizi del Cinquecento, portando il Rinascimento nel primo Paese europeo a recepirlo: l’Ungheria.
I mercanti fiorentini attirarono anche artisti italiani, tra cui il pittore Musolino che – tra il 1425 e il 1427 – dipinse la cappella funeraria di Scolari nella basilica di Székesfehérvár (Alba Regia), vicino alle tombe dei re ungheresi (poi tutte distrutte dai turchi). Scolari morì a 57 anni in circostanze oscure; morì anche un suo cugino, Andrea Scolari, vescovo di Várad. Le sue imprese restarono memorabili (sconfisse i turchi in più battaglie; conquistò Bosnia e Serbia; strappò Aquileia e Udine a Venezia): un celebre dipinto (conservato agli Uffizi di Firenze) lo ritrae con l’armatura, e una sua statua è ancora visibile a Szeged (Seghedino), la terza città dell’Ungheria.
L’influenza politica degli italiani diminuì, non quella commerciale o religiosa (il fiorentino Giovanni Buondelmonte fu vescovo della diocesi di Kalocsa fino alla morte, nel 1447).

Una storia avvincente e controversa su cui fa luce una coppia di storici e ricercatori italo-ungheresi: Gizella Nemeth e Adriano Papo. Il loro nuovo libro, Pippo Spano. Un eroe antiturco antesigano del Rinascimento (Ed. della Laguna), sarà presentato martedì sera 15 aprile a Sacile (PN) nel Palazzo Ragazzoni.

È anche iniziato in Ungheria il restauro del castello “Pipo” di Ozora, costruito nel 1423. Con i fondi dell’UE, saranno rinnovate le mura castellane, il carcere e la piazza centrale del castello. Inoltre sarà costruita una “casa di avventura rinascimentale” ed un centro di accoglienza dedicato ai turisti.
Anche questa è Europa!

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