lunedì 7 aprile 2014

Altri “Ricordi Ungheresi in Italia”.



La ricerca e la tutela dei ricordi ungheresi in Italia è uno dei compiti più importanti dell'Accademia d'Ungheria di Roma.
In quest’opera di documentazione, è stata preceduta dall’ungherese Holik Barabás László Flóris (1899-1967), noto anche come Florio Banfi. Questo studioso, ricercatore e archivista, visse quasi metà della sua vita in Italia, e pubblicò varie ricerche storiche e cartografiche. Tra queste, Ricordi Ungheresi in Italia, pubblicato per la prima volta nel 1942. Si tratta di un catalogo delle testimonianze – monumenti o altri oggetti della memoria (anche scomparsi) – di ungheresi nel “bel Paese” fino al 1940,. Questo libro è stato ripubblicato dall’Accademia d’Ungheria, rivisitato e ampliato da Sárközy Péter (docente alla Sapienza di Roma), come Annuario nel 2005; poi anche in ungherese (, Romanika, 2007; trad. di Kovács Zsuzsanna).
Ho contattato l’Accademia d’Ungheria per acquistare questo libro, uscito in poche centinaia di copie in attesa di un’edizione bilingue. L’amministratrice, Mónika Vörös, me lo ha regalato (naturalmente, ho donato una copia del mio libro di proverbi ungheresi alla loro biblioteca).
Così, in 143 località da Addì (MC) a Zara (Croazia, ma in passato italiana ma anche dell’Impero austro-ungarico), si scoprono circa 750 ricordi ungheresi in Italia: dalle lapidi commemorative alle statue nelle chiese (in particolare di Santa Elisabetta d’Ungheria).
Una pratica commemorativa, quella dei luoghi della memoria, che continua a unire passato e presente, così come a formare legami tra popoli diversi. Proprio di recente, nello scorso novembre, a Narni (TR), autorità ungheresi ed italiane hanno inaugurato una lapide commemorativa in ricordo di Janus Pannonius (1434-1472) , cui è già stata dedicata un’altra targa già nel 2002 a Ferrara. Il 5 giugno 1458 il grande poeta ungherese scrisse, vicino alla sorgente dedicata a una dea, l’Elegia Feronia  per ripromettersi di tornare in Italia e per amicizia verso l’umanista Galeotto Marzio
Luoghi della memoria Novembre 2013,

Il curatore del libro, Sárközy Péter (che si è avvalso della collaborazione di una trentina di studiosi), ricorda che non si è trattato di censire tutti i  ricordi ungheresi in Italia, bensì solo di aggiornare l’opera di Florio Banfi, eventualmente integrata, per una futura edizione bilingue.
Ho trovato due “ricordi” non catalogati, a Magenta e a Bellagio, che ho segnalato all’Accademia d’Ungheria e di cui scriverò nei prossimi post.

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