Nei costumi ungheresi (magyar
hagyományok) sopravvivono aspetti del
folklore tradizionale, come nel periodo pasquale.
Un’abitudine divertente, risalente ai riti primaverili di fertilità contadini, è quella di “innaffiare” le donne nel lunedì di Pasqua (Húsvét). Declamando una breve filastrocca (sotto riportata, con la mia traduzione), gli uomini spruzzano acqua (o profumo) su tutte le donne incontrate, che reagiscono ridendo.
Húsvéti Hétfő vers
Zöld erdőben jártam,
Kék ibolyát láttam,
El akart hervadni.
Szabad-e locsolni?
Poesia del Lunedì di Pasqua
Sono andato in un bosco
verde,
Ho visto una viola blu,
Voleva appassire.
Posso innaffiarla?
Nei giardini, inoltre, è frequente vedere un “coniglio
pasquale”: un taglio obliquo su piccolo tronco e pochi sapienti tocchi di
pennello simulano il volto del coniglio; basta un taglio verticale nella parte
superiore per far nascere di due belle orecchie lunghe.
Diffusissime le uova pasquali: vere, sode e colorate da
offrire a tavola; vere, svuotate e colorate, da appendere dappertutto, a volte
assieme a piccoli oggetti di terracotta.
A tavola, invece, non può mancare il csülök o húsvéti sonka,
il prosciutto di pasqua: un bel pezzo di gamba di maiale, bollito per alcune
ore, da gustare con la torma, ovvero
una crema di cren (radice amara simile al rafano).
Kellemes húsvéti ünnepeket!
Piacevoli feste pasquali, ovvero Buona Pasqua!
1) non 'érdőben' ma: 'erdőben'
RispondiElimina2) non 'ibolyat' ma: 'ibolyát'
Buona Pasqua!