mercoledì 26 giugno 2013

Anno culturale, 1° bilancio: relazioni sì, stampa no.

Andrea Osvárt, volto del
Magyar-Olasz Kulturális Évad 2013
Quando il 17 dicembre 2012 è stato presentato a Roma l’anno della cultura italiana in Ungheria e della cultura ungherese in Italia (Magyar-Olasz Kulturális Évad), l’ambizione dei due Ministeri degli Esteri era forte. Rinsaldare i rapporti di amicizia tra i due Paesi in vari settori (culturale, turistico, gastronomico, scientifico, diplomatico), in particolare tramite gli Incontri (Találkozások) e le principali espressioni della Creatività (kreativitás). Per questa stagione culturale è stato trovato anche un volto rappresentativo: quello della brava e bella attrice ungherese Andrea Osvárt, da molti anni in Italia.
Giunti a metà strada, azzardo un primo bilancio, magari utile per migliorare il percorso.

In Italia erano previste circa quaranta manifestazioni, non solo a Roma. Questo numero è già stato superato e, per fine anno, sarà raddoppiato. Gli enti più impegnati appaiono l’Accademia d’Ungheria di Roma e, naturalmente, l’Ambasciata di Roma e il Consolato generale di Milano. Ma appaiono molto attive anche realtà periferiche, agevolate dalla presenza di associazioni italo-ungheresi: in Veneto, Friuli, Liguria, Emilia.-Romagna, Toscana. Purtroppo, risulta assente il Sud.
Il livello culturale delle diverse iniziative è di alta qualità. Limitate, invece, appaiono le iniziative in campo gastronomico e turistico. A quest’ultimo proposito, interpellati, tacciono l’ente italiano (Enit, Roma) ma anche l’Ufficio Turistico Ungherese (Milano), nonostante un flusso annuale di un milione di turisti nei due sensi.
L’altro limite rilevante appare quello della comunicazione. Sito e blog dedicati alla stagione culturale sono solo ungheresi, pur con pagine in italiano. Soprattutto, non sembrano coinvolti i grandi mass media: l’eco sulla stampa è invisibile. Col risultato che, in alcuni casi, le pregevoli iniziative non vengono conosciute da un vasto pubblico.
Ben riuscite le iniziative a Milano sulla moda (oltre a quella, straordinaria, per l’adesione dell’Ungheria all’Expo 2015), ma limitate di numero, anche per la una scarsa attenzione da parte delle istituzioni locali (Comune, Provincia, Regione). La crisi economica che attanaglia gli enti locali italiani si rileva anche dalla quasi assenza di iniziative da parte dei quasi ottanta comuni gemellati con comuni ungheresi. Qualche remora  sembra esserci per la situazione politica in Ungheria, di cui i media italiani parlano raramente e quasi esclusivamente per sottolinearne i pericoli (atteggiamento riduttivo, come quello dei media stranieri che parlano dell’Italia solo per le sue presunte anomalie). Ciò è forse comprensibile, ma non giustificabile, visto che si tratta di amicizia tra popoli e non di affinità politiche.

In Ungheria le iniziative sono prevalentemente promosse dall’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, molto impegnato pur nella carenza di fondi. La maggior parte delle iniziative risultano quindi svolgersi nella capitale magiara. Probabilmente, altre ne avvengono nelle città storicamente più attente a lingua e cultura italiane (Debrecen, Pécs, Piliscsaba., Szeged), ma il sito ufficiale non le riporta. Anche in questo Paese il livello culturale appare alto; soprattutto, l’impatto sui mass media risulta maggiore.

A fine anno si trarranno le conclusioni, ma credo si possa già dire che nel complesso sono state rivitalizzate le relazioni tra italiani e ungheresi, le quali appaiono tanto più durature quanto riescono a incontrare bisogni e desideri delle comunità locali, oltre che degli studiosi.

- Il sito ungherese (in italiano) della stagione culturale italo-ungherese 2013

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