sabato 6 dicembre 2014

Arriva Mikulás!

Babbo Natale in Ungheria si chiama Mikulás, da Miklós (Nicola). Più laicamente, Télapó, "Papà inverno".
Si festeggia dunque il 6 dicembre, giorno di San Nicola: vescovo bizantino del IV sec. d.C., nato in Anatolia, le cui spoglie sono a Bari dal tempo delle crociate e da cui è nato il mito di Santa Claus.
Alimenta una tradizione simile a quella della nostra Befana (6 gennaio) o di Santa Lucia (13 dicembre). I bambini ungheresi, la sera del 5 dicembre, lasciano scarpe o stivali davanti alla loro finestra, sperando di trovare al mattino dolciumi e frutti (impacchettati in carta rossa) come premio per essere stati buoni. In caso contrario, troveranno anche paglia e foglie, lasciate dal diavoletto Krampusz. Infatti, nel periodo dell’Avvento si può incontrare il buon Mikulás, con barba bianca e vestito rosso, accompagnato da un piccolo diavolo in costume nero e qualche ramo secco in mano per “punire” i monelli.
Però il Babbo Natale ungherese non porta i tradizionali doni natalizi, cui “provvede” Gesù Bambino nella notte della vigilia di Natale (Szent este). Nelle stessa “santa sera” si addobba l’albero di Natale (tra l’altro, con tipiche caramelle – szaloncukor – avvolte in carta colorata) e si cena tutti assieme, mentre non è abitudine dare il presepe, che si trova solo nelle chiese (dove i cattolici partecipano alla tradizionale messa di mezzanotte).
L’atmosfera natalizia viene creata durante l’Avvento con la creazione della tradizionale Ghirlanda (adventi koszorú) che prevede 4 candele colorate (possibilmente tre viola e una rossa) da accendere una alla settimana, da fine novembre in poi.
Il periodo a cavallo del solstizio d’inverno è occasione, fin dall’epoca precristiana, per festeggiare con cibi speciali e ricchi piatti. In particolare, per Natale (Korácsony) il pesce è un simbolo del cristianesimo ma anche un porta fortuna: le sue scaglie sono come le lenticchie, più sono e più soldi arriveranno! Per capodanno (újév napja) o la notte di San Silvestro (Szilveszter éjszakája), non può mancare la carne di maiale, simbolo di abbondanza e fortuna.
Ecco un elenco di piatti tipici ungheresi per questo periodo:
-         borleves, zuppa di vino (dolce);
-         halászlé, zuppa di pesce simile al gulyás, ma con pesci d’acqua dolce anziché carni;
-         töltött káposzta, involtini di cavolo, da servire con panna acida (tejföl);
-         rantott ponty, carpa impanata fritta;
-         harcsa pörkölt, spezzatino di pesce gatto, da servire con gnocchetti di pasta (galuska);
-         kacsasült, anatra arrosto;
-         libasült, oca arrosto;
-         pulykasült, tacchino arrosto;
-         kocsonya, carne in gelatina;
-         újév malacsült, maiale arrosto di capodanno, da servire con lenticchie lessate (lencsefözelék);
-         zserbo szelet, fetta di Gerbaud, dolce di origine francese;
-         bejgli, è il “panettone” ungherese, un tradizionale rotolo di pasta dolce con differenti farciture: noci (diós bejgli), semi di papavero (mákos bejgli) o castagne.

Allora, buon appetito! Jó étvágyat!

E non dimenticate gli auguri.
Buona Natale! Boldog Karácsonyt!
Felice anno nuovo! Boldog új évet kívánok!
Oppure, poiché agli ungheresi piace accorciare le parole e utilizzare gli acronimi (ottimi per SMS), scrivete in breve: Buék!,


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