A legjobb védekezés
a támadás,
la miglior difesa è l'attacco, in ungherese come in italiano.
Sembrerebbe
un consiglio strategico. Forse è un detto di origine cinese: Sun Tzu
espone analogo concetto ne L'arte
della guerra,
dove però avverte che “quando sei inferiore in tutto, se puoi
ritirati”. Ma credo che sia male interpretato. Dipende dal
contesto, sia in guerra, sia in altri confronti o conflitti
collettivi. Ricordo bene come l'Inter si aggiudicò la Champions
League nel 2009-10, sconfiggendo in finale il Bayern, ma sopratutto
eliminando il Barcellona con una spregiudicata tattica difensiva.
Ma restiamo nel campo delle
relazioni interpersonali, verbali (escludiamo quindi la violenza
fisica, per difendersi dalla quale servirebbe comunque un impegnativo
addestramento).
Pare più consigliabile che una
persona colta in fallo riconosca l'errore e cerchi di non ripeterlo.
Spesso però avviene che l'orgoglio prevalga sulla ragione, così chi
è in torto attacca per non essere criticato: un atteggiamento in
mala fede, che non salva neppure l'autostima.
Arthur
Schopenhaur, nel breve saggio L'arte
di ottenere ragione,
illustra 38 stratagemmi e relative contromosse per avere
ragione, che la si abbia o no. Purtroppo (dico purtroppo in quanto la
verità e la falsità vengono così messi sullo stesso piano), sono
tanti coloro che – consapevolmente o meno – utilizzano uno dei
modi indicati da Schopenhaur per prevalere nelle discussioni, in
particolare politiche o d'affari.
Non
ci resta che tenere a mente un aforisma di Dashiell Hammet –
“esistono
due maniere di pensare a questo mondo: quella che ti porta ad avere
ragione nelle discussioni e quella che ti porta a scoprire le cose”
–
e riuscire a distinguere le persone in base a tali due modi, opposti,
di pensare.
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