lunedì 9 settembre 2013

Proverbio/detto ungherese del mese (1005).



Eccoci al 1005° proverbio ungherese.
Aki hizelkedik, vagy megcsalt vagy meg akar csalni, letteralmente: “chi ti lusinga, o ti ha ingannato o ti vuole ingannare”.
L’equivalente italiano (più musicale) è: “chi t’accarezza più di quel che suole, o t’ha ingannato o ingannar ti vuole”.
In questo proverbio ungherese la forma è sacrificata al contenuto. Si tratta di una messa in guardia dai comportamenti altrui, un proverbio che rientra nella categoria “istruttivi”: dà consigli di vita quotidiana, in particolare nelle relazioni interpersonali.
Di tale categoria di proverbi, uno tra i più noti e usati in Italia è “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. In Ungheria non esiste un proverbio equivalente; la traduzione fedele in ungherese sarebbe "Bízni jó, nem bízni még jobb”.

A proposito di questa meditazione collettiva che sono i proverbi, Carlo Lapucci - nell’introduzione al Dizionario dei proverbi italiani (Mondadori) – ne sottolinea il senso: “un enorme e fedele specchio di quello che si vede e di quello che non si vede. E un evidenziatore che si deposita e si adatta sul mondo: non astrae, non sintetizza, ma accompagna la vita e le cose”. Secondo Lapucci un “sistema proverbiale” non è un trattato scientifico, non enuncia mai regole assolute, “non tende alla generalizzazione, ma all’individuazione, cerca l’eccezione più che la regola sapendo che ogni caso fa regola a sé: si dilata e si restringe come il linguaggio, rifugge da un’esattezza impossibile, lasciando largo margine all’interpretazione e alla discrezionalità. Si potrebbe dire che il presupposto sia anche scientifico, ma in senso molto moderno, in quanto non solo non assolutizza, ma è disposto a prevedere perfino l’evento contrario”.

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