lunedì 1 settembre 2014

Proverbio/detto ungherese del mese (1017).

Azt várod, hogy a sült galamb a szádba repüljön? Letteralmente: aspetti che ti voli in bocca un piccione arrosto?
Il modo di dire italiano è: aspetti che ti cada la manna dal cielo? Evidente qui il richiamo all’evento biblico: un cibo inviato da Dio agli israeliti nel deserto, la manna appunto (una secrezione zuccherina tipica di alcune piante, in particolare di un tipo di frassino).
Frase che si rivolge a qualcuno, spesso ironicamente, per spronarlo a non restare inoperoso o a non limitarsi ad attendere gli eventi.

Questo modo di dire parrebbe adattarsi, oggi, alla generazione NEET (Not in Education, Employment or Training), giovani che non studiano, non si aggiornano, non lavorano. Quasi un esercito inattivo di neo-analfabeti: in Italia sono circa il 25% di 9,5 milioni di giovani dai 15 ai 29 anni; in Europa nel 2013 erano 14 milioni. In ungherese questa tipologia di giovane è descritta così: olyan fiatal, aki nincs az oktatási rendszerben, nem foglalkoztatják és nem vesz résztszakképzésben.
Ma perché sono in questa situazione? Quali le responsabilità dei genitori e della scuola? E, soprattutto, quali i limiti di un modello sociale in cui lo sviluppo sembra bloccato e la crescita non corrisponde più, almeno in Europa, a un aumento dell’occupazione?
La società di massa consente apparentemente a tutti l’accesso ai consumi, ma di fatto impedisce il godimento di diritti essenziali come il lavoro. Una conflitto tra possibile e impossibile che, tra l’altro, genera angoscia e depressione tra le giovani generazioni.

A questi “sfortunati” giovani un piccolo consiglio proverbiale in ungherese: próba szerencse (la fortuna è una prova), ovvero “tentar non nuoce”.

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