L’ungherese
Melinda Margit Tamás-Tarr, naturalizzata italiana, è un nome noto su questo
blog. Dirige da 17 anni l’Osservatorio
Letterario di Ferrara, una
pionieristica rivista (cartacea ma presente anche online) che ha contribuito a creare
un ponte culturale tra italiani e ungheresi, anche avvalendosi di validi
collaboratori dei due Paesi.
Ed è un’attenta
lettrice di queste pagine online.
È una gran bella
notizia sapere che la “nostra”
Melinda – professoressa,
giornalista, traduttrice e scrittrice – è diventata Cavaliere della Repubblica, onorificenza conferitagli dal
Presidente della Repubblica con decreto del 27 dicembre 2013. Si tratta dell’Ordine
al merito della Repubblica Italiana (OMRI, diviso in sei gradi), il più alto in
Italia, istituito 63 anni fa per “ricompensare
benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti,
dell’economia...”.
È il più prestigioso, e meritato, riconoscimento tra quelli
fin qui ottenuti.
Già nel 1993 la Tarr riceve il 1° premio per la critica
letteraria dalla Società Dante Alighieri, istituzione che diffonde la cultura
italiana nel mondo.
Poi nel 1998 la sua rivista letteraria fu ritenuta “una
delle migliori idee imprenditoriali” per iniziativa del Corriere della Sera e della BPM.
Nel 2001 fu segnalata dalla rubrica radiofonica di Rai 1
“Est Ovest” per la sua attività divulgativa, in particolare sulla letteratura
ungherese, e per gli scambi culturali con la Biblioteca Nazionale Széchenyi
(Budapest) e la Biblioteca Elettronica Ungherese (MEK).
Nello stesso anno l’International Biographical Centre
(Cambridge) inserisce la Tarr tra i 2000 maggiori pensatori del XXI secolo
Melinda Tarr nasce nel 1953 a Dombóvár, nella Provincia di
Tolna (Transdanubio meridionale).
Comincia a lavorare già negli anni liceali, al tribunale di Veszprém. Dopo
la laurea in magistero (1978), insegna
lingua, letteratura e storia nelle scuole medie della stessa città, dove
collabora anche al giornale locale (Napló).
Dal 1983 è in Italia, a Ferrara, per dedicarsi a vari studi
(giuridici, letterari, pianistici, informatici) e
svolge sia l’attività di traduttrice/interprete e sia, dal 1989, quella di
giornalista e scrittrice. Nel periodo 1990-94 si mette alla prova anche come
soprano nell’Accademia Corale Veneziani di Ferrara.
Nel 1997 fonda e dirige l’Osservatorio
Letterario, dando vita anche
all’O.L.F.A. (Osservatorio Letterario Ferrara e l'Altrove), che
pubblica libri in italiano e/o in ungherese (finora una settantina), come
l’antologia Le voci magiare (OLFA,
2001). Per qualche anno promuove anche il premio letterario internazionale “Janus Pannonius”.
Ecco una breve
intervista che mi ha cortesemente rilasciato.
Oltre alla gran gioia di ricevere il prestigioso titolo di cavaliere della repubblica, quale
significato ha per Lei questo riconoscimento?
Un alto riconoscimento statale
nella mia Patria d’adozione in cui, per varie circostanze, mi sono sentita e mi
sento soltanto apolide. Da trent’anni vivo in Italia. In questo Paese delle raccomandazioni, piena di veleni,
intrighi e invidie, mi sono sentita trascurata
ed emarginata come ungherese, nonostante la cittadinanza italiana. Il mio
operato letterario-editoriale e culturale finora non era stato riconosciuto
dalle istituzioni ufficiali. Negli anni di esistenza dell’Osservatorio Letterario, i media tacevano e ne ignoravano i comunicati di
stampa, oppure divulgavano notizie insignificanti.
Questo
alto riconoscimento statale mi ricompensa un po’ della scarsa considerazione
della mia molteplice attività professionale da parte di cerchie accademiche chiuse
in se stesse, quasi fossi un’intrusa che ne minaccia il prestigio.
Tra
mille difficoltà e con scarsi mezzi economici, ho costruito un duraturo ponte culturale
tra Ungheria e Italia, divulgando opere letterarie e saggistica in lingua
originale oppure tradotte in italiano o in ungherese. Dalle pagine del
periodico bilingue Osservatorio
Letterario, di cui ho curato personalmente redazione ed edizione, ho
affrontato temi di cultura generale dei due Paesi e ho gettato uno sguardo anche
sulle letterature e le culture di altri paesi.
Questa
onorificenza, oltre che un prestigioso premio per la mia attività professionale,
è anche un bel regalo per il mio 60° compleanno e il 30° anniversario della mia
permanenza in Italia.
Chi pensa di ringraziare per essere giunta a
questo traguardo?
Ringrazio tutti coloro che mi hanno
accompagnato in questa avventura editoriale dalla fondazione, con la loro
collaborazione (selezione elaborati, revisioni bozze) e i loro consigli (in
particolare, nei primi anni, sull’uso della lingua italiana); rapporti
interpersonali che hanno reso meno pesante e più gratificante il mio impegno
professionale (oltre al lavoro editoriale, la redazione di articoli, saggi,
studi, narrativa, lirica, e le traduzioni dall’ungherese di poesia e prosa).
Quali stimoli riceve la Sua attività alla direzione dell’ Osservatorio Letterario di Ferrara, una vera e propria missione per approfondire
la conoscenza tra ungheresi e italiani?
Viene rafforzata la motivazione
che è stata finora il mio perpetuo stimolo: la gioia della creatività; l’amore
per il bello, la letteratura, le arti; la possibilità di trasmettere la
bellezza tramite le opere degli autori selezionati; il desiderio di condividere
e divulgare perle di cultura, in particolare letterarie. Un’attività di
trasmissione di conoscenze che, nel mio piccolo, mira a superare i reciproci
pregiudizi e ad arricchire lo spirito con le opere di autori talentuosi.
Cosa potrebbero fare le istituzioni pubbliche
per consolidare e sviluppare l’amicizia italo-ungherese?
Il
ruolo pubblico nella cultura dovrebbe essere quello del “mecenate”, che
sostiene economicamente (borse di studio, premi culturali, sponsorizzazioni, ma
anche semplificazione fiscale) e con la divulgazione sia l’industria culturale
e creativa e sia gli artisti in Italia,
di qualunque nazionalità siano. Infine, forse la cosa più importante, serve l’intervento
pubblico nell’educazione: in particolare, non vanno chiusi i dipartimenti universitari
di ungarologia, e va incentivata la presenza di asili e scuole dove si insegna
la lingua ungherese.