Le
commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale sono già iniziate lo
scorso anno, anche se l’Italia entrò ufficialmente nel conflitto solo nel 1915,
e continueranno fino al 2018.
Un obbligo
morale. La memoria collettiva di quel conflitto terribile sconvolse tutta
l’Europa e non solo: ne sono testimonaninza i monumenti ai caduti costruiti in
ogni comunità (10 milioni di morti e 21 milioni di feriti), che furono
aggiornati con i caduti del secondo conflitto mondiale. “Mai più!” si disse e
in tal senso nel ’19 sorse la “Società delle Nazioni”, dopo il ’45 sostituita
dall’ONU.
Una
pregevole iniziativa, in tal senso, è il 4° Festival di storia e cultura,
promosso dal Centro Studi Adria-Danubia e la collaborazione di vari enti e
associazioni, italiane e ungheresi (in particolare, le università di Szeged e
Szombathely). Una tre giorni di conferenze e incontri, che si svolgerà
nell’estremo nord-est dell’Italia.
Si
comincia venerdì 10 aprile (h. 15) a
Gorizia (Istituto di Sociologia Internazionale, via Mazzini n. 13) con il
convegno “La guerra degli altri. Italiani e ungheresi di fronte alla Grande
Guerra”, in cui si alterneranno cinque relatori: Gizella Nemeth, Stefano
Pilotto, Antonio Sciacovelli, Szabó Tibor, Gianluca Volpi.
Sabato 11 (h. 9) ci si sposta a Sistiana dove è la volta del convegno
“L’inferno del Carso. Guerra, memoria, letteratura”, in cui si avvicenderanno
ben diciassette relatori; oltre ad alcuni della prima giornata, intervengono:
Balla Tibor, Aron Coceancig, Aron e Kinga David, Mauro Depetroni, Adriano Papo,
Gianluca Pastori, Tatiana Rojc, Marina Rossi, Fulvio e Lorenzo Salimbeni,
Sergio Tazzer.
Infine, domenica 12 a Trieste (h. 10.30) lettura di diari e poesie dell’epoca, a cura di
Sciacovelli, con un intervento musicale curato dal Collegio del Mondo Unito.
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