Dal 26 marzo e fino al 3 maggio, all’Accademia d’Ungheria di Roma (via Giulia, 1), è possibile
visitare le mostre personali di Eva
Fischer e di Alberto Baumann (il
marito, scomparso lo scorso anno).
La Fischer è fiera delle sue
origini ungheresi. È nata nel 1920 a Duravar (nell’attuale Croazia), località
che sorge sul sito della romana Aquae
Balissae e che deve il suo nome – che significa “città delle gru” – ai
conti ungheresi Jankovic. Pochi mesi prima che nascesse Eva, Duravar venne tolta
(in base al trattato di Trianon) al Regno d’Ungheria per entrare nella nascente
Jugoslavia.
La Seconda Guerra Mondiale, e il
dilagare del nazismo, colpiscono la Fischer – il cui padre era rabbino – negli
affetti più cari, con la deportazione di decine di familiari e parenti.
Negli anni ‘40 la Fischer si
trasferisce in Italia, a Roma, dove la sua sete artistica trova terreno fertile
nella Scuola Romana, in particolare
nei pittori Cagli, Guttuso, Mafai.
Di sé dice che la propria
personalità pittorica non assomiglia a quella di nessuno e che l’importante è
credere nel proprio lavoro. Per i suoi meriti culturali e artistici, negli anni
’80 la CEE la nomina “artista europeo”, mentre nel 2008 ottiene l’onorificenza
di Cavaliere della Repubblica Italiana.
Nel 1992 Ennio Morricone gli dedica un CD di 12 brani: A Eva Fischer Pittore.
“Tandem” è sia il connubio,
durato più di cinquant’anni, con il giornalista e artista italiano Alberto
Baumann, e sia le biciclette richiamate in tante opere dei due artisti (la dinamicità,
l’apertura verso l’altro).
Baumann è stato anche scrittore
(suo il libro di racconti Se esco vivo da
qui e le due raccolte di poesie, Il
sapore delle cose e Ti presento il
Signore Di tuo). Originali anche le sue opere scultoree, spesso in ferro
ricavato da rifiuti industriali.
La mostra, curata da Francesca
Pietracci e Németh Pál, seleziona opere basate sul “movimento”: le Scuole di ballo della Fischer oltre a
sculture e dipinti astratti di Baumann, di stili molto differenti ma accomunati
spiritualmente dall’osmosi intellettuale che ha caratterizzato i due artisti.
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