Venezia: col Console Manno István |
Signora: “Sono ungherese, in Italia da 14 anni, quasi avevo
dimenticato la mia lingua. Ora voglio tornare ad interessarmene.”
Signore: “Sono italo-ungherese ma non ho mai partecipato
alla vita associativa e culturale dei miei connazionali in Italia. Adesso
desidero farlo.”
Ragazzo: “Sono italiano, ma mia madre è ungherese. Sto
cominciando a studiare la lingua magiara e ho molte curiosità.”
Sono alcuni commenti a caldo, raccolti al termine
dell’incontro a Venezia (il 6 maggio scorso) per la presentazione del mio libro
di proverbi ungheresi. Italo-ungheresi di prima e seconda generazione, oltre a
curiosi e appassionati italiani. Un incontro molto gratificante, ben
organizzato da Anna Rossi (addetta consolare) - con l’associazione
italo-ungherese - per condividere la passione per una lingua e una cultura:
quella magiara.
Spero di raccogliere altrettanto entusiasmo a Milano, la mia città (anche se vivo in
provincia e sono nato in Puglia). Giovedì
26 giugno, alle ore 18, sarò infatti nella prestigiosa Biblioteca Sormani
(Sala del Grechetto) per parlare di lingua e cultura ungheresi e delle
relazioni tra i due popoli, presentando il mio libro.
Il Console generale d’Ungheria a Milano, Manno István,
porterà il suo saluto ai partecipanti a questa iniziativa promossa dal Comune
(Settore Biblioteche).
Purtroppo, a Milano non c’è più un’associazione
italo-ungherese (in passato, sì). Forse questo incontro, e soprattutto l’Expo
(cui l’Ungheria parteciperà con un singolare padiglione a forma di “arca di
Noè”), daranno una spinta per tale aggregazione.
Comunque, l’occasione di parlare dell’originalità della
lingua ungherese a Milano – capitale
economica del “Bel Paese” – consente
anche di affrontare il tema della diversità culturale (kulturális sokszínűség). Come ha
dichiarato l’UNESCO (2001), “La diversità
culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per
qualsiasi forma di vita” e – a proposito di Expo – credo che essa sia una
delle maggiori ricchezze che l’Europa può condividere col mondo: vero e proprio “cibo per la mente” (elgondolkodtató, direbbero gli
ungheresi, letteralmente “ciò che fa riflettere”).
Ecco che ci fa un “ungherese” a
Milano.
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