Parlare della lingua e della cultura ungheresi a Milano. L’occasione è data dalla
la presentazione del libro bilingue di proverbi ungheresi, Affida il cavolo alla capra,
nell’incontro pubblico promosso dalla Biblioteca Sormani, giovedì 26 giugno alle ore 18 (Sala del Grechetto), col patrocinio
del Consolato Generale di Ungheria.
Ne parlerò coi presenti e parteciperà anche il Console ungherese,
István Manno.
Confrontare i proverbi di due Paesi assai diversi nella lingua e nella
cultura, ma legati da un’antica amicizia, può essere un buona occasione per
parlare della cultura comune che unisce i popoli europei. L’Europa sarà
multiculturale e, dunque, multilingue, o non sarà. La diversità culturale è la
ricchezza dell’umanità.
Tra l’altro, i due Paesi sono importanti partner commerciali e il
flusso turistico tra di loro è interessante: circa un milione di persone
l’anno, due terzi di questi dall’Italia all’Ungheria e un terzo in senso
inverso. Soprattutto, la cultura italiana e il “made in Italy” sono molto
popolari in Ungheria.
Nello stesso giorno, ma a Venezia, l’Associazione italo-ungherese del Triveneto promuove una
mostra di incisori ungheresi scomparsi: Biai-Föglein István (1905-1974); Fehér
Ilona (1913-1983); Imre István (1918-1983); Novák Lajos (1927-1989); Zádor
István (1882-1963). È una buona occasione per vedere 15 incisioni ungheresi del
secolo scorso - in prevalenza paesaggi naturali d’Ungheria - al Bistrot de Venise (Calle dei Fabbri, ore
17), presentati da colui che li ha raccolti, lo scrittore Giuliano Agostinetti, e da Judith Horvát Fontana.
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