Importante convegno internazionale dell’università di Padova – in collaborazione con CISUECO (Centro interuniversitario di studi ungheresi e sull’Europa centro-orientale) – su editoria e traduzione, focalizzato sulle lingue di “minore diffusione” (ungherese, finlandese, turco, rumeno, islandese). L’appuntamento, patrocinato da Consolato ungherese di Venezia, Accademia d’Ungheria di Roma e Associazione culturale italo-ungherese del Triveneto, è per il 16 e 17 gennaio 2014 al Palazzo Maldura di Padova.
Il tema verrà affrontato sotto due aspetti: quello della bontà della
traduzione letteraria e quello dello status dei traduttori in rapporto agli
editori.
Sulla prima questione interverranno, tra gli altri, Draskoczy Eszter (università
Szeged), Cinzia Franchi (università Padova), Vera Gheno (Accademia della Crusca),
Pintér Márta Zsuzsanna (EKF Eger), Roberto Ruspanti (università Udine), Antonio
Sciacovielli (università Szombathely).
Sulla seconda, oltre a rappresentanti di piccoli editori, parleranno
della loro esperienza di traduttrici Anna Mioni, Alexandra Foresto e Laura
Sgarioto.
Quest’ultimo è un tema caldo, poiché il mestiere del traduttore è poco
tutelato e necessita di riconoscimento professionale ed economico. Secondo un
rapporto dell’Ires E-R presentato a Roma ai primi di dicembre, il 55, 5% dei traduttori
ha meno di 40anni, quattro su cinque sono donne e la gran parte ha un compenso annuo
inferiore ai 15mila euro lordi (più della metà, quindi, svolge un altro lavoro).
Inoltre, come ho già segnalato in questo blog (post del 16 giugno e del 30
settembre), l’editoria italiana non brilla per coraggio e correttezza.
Il 23 gennaio ’14, a Venezia
(Teatro ai Frari), Consolato ungherese di Venezia e Associazione culturale
italo-ungherese del Triveneto presentano l’esperimento letterario dell’ungherese
Kosztolányi Dezsö (1885-1936), Kornél Esti, nella traduzione di
Alexandra Foresto (prefazione di Esterházy Péter, Mimesis, 2012, € 18): il
libro che ispirò Milan Kundera.
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