Jókor lenni, jó helyen, essere
al momento giusto nel posto giusto (ma anche rosszkor lenni, rossz
helyen, essere al momento sbagliato nel posto sbagliato). Tale
proverbio sottintende un talento personale a crearsi buone occasioni
ma, soprattutto, ad afferrarle al volo quando si presentano (che
siano frutto di abilità personale oppure semplicemente del caso).
Egualmente, si dovrebbe essere
abbastanza saggi da capire quando ci si trova al momento sbagliato
nel posto sbagliato. Una rapida consapevolezza di ciò consentirebbe
di limitare i danni o, addirittura, di risolvere in positivo una
situazione avversa.
Facile a dirsi. O facile vantarsi,
quando la sorte ci ha favorito senza alcun merito (Micsoda mázli!
Ovvero “Che culo!”, sarebbe il commento bilingue).
Più spesso di quanto si creda, succede
che non ci si renda conto di quanto ci accade, subendo inerti e
rassegnati gli eventi negativi. Con quel senso di precarietà
magistralmente descritto dal poeta Giuseppe Ungaretti (1888-1970)
nella poesia Soldati: “si sta come d’autunno sugli alberi
le foglie”(Katonák: “Úgy állnak, mint ősszel
a fákon a levelek”, trad. di Képes Géza).
Così come a volte ci manca un pur
minimo spirito d’iniziativa e ci si affida solamente alla “divina
provvidenza” (isteni gondviselés).
Come in quella barzelletta (vicc),
dove un tale tutte le mattine si reca in chiesa, ai piedi della
statua del suo santo protettore, per supplicarlo di farlo vincere
alla lotteria. La statua resta a lungo muta, finché un giorno sbotta
e gli parla: “Beh, almeno comincia a comprare un biglietto!”
O come in quell’altra barzelletta,
dove un tale si rifugia sul tetto dopo che la sua casa è vittima di
un’inondazione. Ai vicini di casa che si offrono di ospitarlo su un
canotto, replica di andarsene perché lui si affida alla grazia di
Dio. Ai vigili del fuoco che arrivano in motoscafo per soccorrerlo,
replica nello stesso modo. Uguale reazione verso la protezione civile
che lo vuole accogliere sull’elicottero di salvataggio. Infine, il
tale si ritrova all’altro mondo e, al cospetto di Dio, si lamenta
che non l’ha aiutato. “Ma come!? – replica Dio – Prima ti ho
mandato i vicini, poi i pompieri, infine la protezione civile...!”
Come si vede, anche dalle barzellette –
forse la forma di comicità più popolare e diffusa – traspare a
volte un contenuto proverbiale ovvero sapienziale.
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