Ferenc Liszt e Marie D'Agoult |
La sua interpretazione di brani, composti da lui o da altri musicisti,
era un impasto di virtuosismo ed esplosione vitalistica. Nei suoi concerti
(Berlino, Parigi, Vienna...) era acclamato da un pubblico impazzito, tanto che
fu coniato il termine lisztomania per
descrivere il furore dei fan, spiegato
dai critici in modi opposti (fu accusato perfino di essere aiutato dal diavolo
nelle sue esibizioni).
Insomma, un idolo delle folle, una sorta di geniale “showman” del XIX
secolo..
Ungherese di nascita, francese per formazione, tedesco come pianista, Liszt
Ferenc (1811-1886), in tedesco Franz, è stato un compositore romantico che
ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica. Il rapporto con
Robert Schumann e, soprattutto, con Richard Wagner (che sposò in seconde nozze
la figlia di Liszt, Cosima) influenzarono profondamente le sue scelte
artistiche. Divenne un sostenitore dell’arte totale wagneriana, la Gesamtkunstwerk, utopia di una sintesi
perfetta delle arti come espressione profonda dell’anima di un popolo e dello
spirito universalistico. Un esempio in tal senso furono i poemi sinfonici, tra
cui uno sulla Divina Commedia di Dante. Fu autore anche di Armonie poetiche e
religiose, tra cui una dedicata a San Francesco. Famose, infine, le sue Rapsodie
ungheresi (come la n. 2), 19 pezzi
basati sulla musica gitana, molto popolare in Ungheria, e altri pezzi come il Sogno d’amore e il Mefisto valzer.
“Sono per metà zingaro, per metà francescano” ebbe a dire di sé, una personalità a due
facce. Amava la solitudine, la contemplazione, ma era anche attratto dalla
mondanità. La sua passione per le donne lo portò in Italia.
Infatti, nel 1837 trascorse
qualche mese sul lago di Como, a Bellagio, dove visse “uno dei momenti più fervidi di passione e di creazione musicale della
tempestosa sua vita romantica”, come recita una targa posta 150 anni dopo a
suo ricordo. La Gazzetta di Milano scrisse che a Bellagio era arrivato “il
primo pianista del mondo”. Qui convisse con Marie Catherine de Flavigny,
Contessa d’Agoult, già sposata e divorziata, intellettuale romantica conosciuta
a Parigi due anni prima. Da lei ebbe tre figli, tra cui Cosima, che nacque a
Como. Marie d’Agoult era una colta e affascinante scrittrice francese (pubblicò
saggi con lo pseudonimo di “Daniel Stern”), probabilmente autrice delle Lettres d’un Bachelier ès Musique in cui Liszt esprimeva il suo
pensiero artistico. Nel 1844 questa
storia d’amore finì, anche per le continue tournée del musicista, che qualche
anno dopo si stabilì a Weimar con la principessa Sayn-Wittgenstein. Nel 1861
tornò in Italia, a Roma, dove seguì la sua inclinazione religiosa (divenne Abbé Liszt, anche se non era abate).
Tornò regolarmente a Weimar, dove insegnò a una nuova generazione di musicisti,
e frequentò anche Budapest dove fondò, nel 1875, un’accademia di musica che poi
gli fu intitolata, la Liszt Ferenc
Zenemüvészeti Egyetem.
Nel bicentenario
della nascita è stato ricordato in tutta Europa, in particolare in Ungheria. La
radio svizzera (RSI-Rete2) gli ha dedicato anche due originali radiofonici: Liszt: il demone dell’armonia, sulla sua
movimentatissima vita in bilico tra spiritualità ed esteriorità, e Liszt e Marie, sul viaggio-fuga di
Liszt-lo zingaro per amore della contessa d’Agoult, che gli fece questa
dichiarazione: “Nel mio cuore c’è un
luogo così profondo che nemmeno tu conosci. Lì tu vivi di una vita misteriosa,
quasi divina”.
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