Il castello di Ozora |
Si trattava del fiorentino Filippo Buondelmonti degli
Scolari (1369-1426), poi noto come Pippo
Spano (Pipo da Ozora per gli ungheresi). Mercante e condottiero di fiducia
di Sigismondo di Lussemburgo, re d’Ungheria e imperatore del Sacro Romano
Impero, si guadagnò il titolo di ispán
(conte) della contea di Temes e arrivò – negli ultimi 25 anni di vita – a controllare
la gestione finanziaria del regno. Divenne anche un feudatario, sposando l’ungherese
Borbála (Barbara) da Ozora, un piccolo paese nel sud. Là fece costruire un
castello, una chiesa e un monastero. Inoltre, si occupò del sistema difensivo
di castelli per proteggere nel sud-est il regno d’Ungheria dai turchi.
Ma Scolari come arrivò in Ungheria? Al seguito di mercanti
fiorentini che, negli ultimi anni del Trecento, cominciarono a cercare là un
sbocco alle loro merci (tessuti di lana e seta, oggetti preziosi). I prelati e
i nobili ungheresi si stavano arricchendo e avevano bisogno di dar lustro alle
loro dimore, oltre che di funzionari per gestire le miniere (rame, argento), il
conio della moneta, il commercio estero. Li trovarono nei fiorentini (e non
solo: il cardiale lombardo Branda Castiglioni era vescovo a Veszprém), che
ricevettero appalti importanti, come le Camere del Sale, affidate allo stesso Scolari.
Questo sodalizio, con alti e bassi (anche i tedeschi arrivarono come
funzionari), si sviluppò fino agli inizi del Cinquecento, portando il
Rinascimento nel primo Paese europeo a recepirlo: l’Ungheria.
I mercanti fiorentini attirarono anche artisti italiani, tra
cui il pittore Musolino che – tra il 1425 e il 1427 – dipinse la cappella
funeraria di Scolari nella basilica di Székesfehérvár (Alba Regia), vicino alle
tombe dei re ungheresi (poi tutte distrutte dai turchi). Scolari morì a 57 anni
in circostanze oscure; morì anche un suo cugino, Andrea Scolari, vescovo di Várad.
Le sue imprese restarono memorabili (sconfisse i turchi in più battaglie; conquistò
Bosnia e Serbia; strappò Aquileia e Udine a Venezia): un celebre dipinto
(conservato agli Uffizi di Firenze) lo ritrae con l’armatura, e una sua statua
è ancora visibile a Szeged (Seghedino), la terza città dell’Ungheria.
L’influenza politica degli italiani diminuì, non quella
commerciale o religiosa (il fiorentino Giovanni Buondelmonte fu vescovo della
diocesi di Kalocsa fino alla morte, nel 1447).
Una storia avvincente e controversa su cui fa luce una
coppia di storici e ricercatori italo-ungheresi: Gizella Nemeth e Adriano Papo.
Il loro nuovo libro, Pippo Spano. Un eroe
antiturco antesigano del Rinascimento (Ed. della Laguna), sarà presentato
martedì sera 15 aprile a Sacile (PN) nel Palazzo Ragazzoni.
È anche iniziato in Ungheria il
restauro del castello “Pipo” di Ozora, costruito nel 1423. Con i fondi dell’UE,
saranno rinnovate le mura castellane, il carcere e la piazza centrale del
castello. Inoltre sarà costruita una “casa di avventura rinascimentale” ed un
centro di accoglienza dedicato ai turisti.
Anche questa è Europa!
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