venerdì 2 agosto 2013

Ulrich Beck non affida il cavolo alla capra.



Le attività online controllate dagli Usa (ilpost.it)
Proverbi e modi di dire possono ancora essere efficaci nella comunicazione, anche scritta. Lo dimostra l’articolo di Ulrich Beck (sociologo tedesco e docente di filosofia all’università di Monaco di Baviera): “I cittadini cyborg dell’impero digitale” (Repubblica, 1 agosto 2013).
Beck riflette sul “rischio della libertà” alla luce dello scandalo Prism (il programma Usa di controllo informatico globale, rivelato dall’ex tecnico CIA,  Snowden). Ritiene estremamente fragile la consapevolezza di tale rischio, e si chiede chi avrebbe interesse a informare l’opinione pubblica e motivare l’agire politico. “Il primo che verrebbe in mente sarebbe lo Stato democratico”, scrive Beck, “ma sarebbe come fare del lupo il guardiano dell’ovile (corsivo mio).
Ebbene sì, salta fuori il proverbio latino ovem lupo committere, antenato latino del detto ungherese
kecskére bízza a káposztát, “affida il cavolo alla capra”(il titolo del mio libro), che si dimostra ancora efficace.
Nell’articolo Beck prosegue evidenziando che “in tutti i sistemi politici la promessa di sicurezza è il vero e proprio nucleo della forza statale e della legittimazione statale, mentre la libertà ha sempre una posizione o un ruolo di secondo piano”. Conclude affermando che “abbiamo bisogno di un’invenzione transazionale della politica e della democrazia che dischiuda la possibilità di far rivivere e riaffermare i diritti democratici fondamentali contro il predominio del monopolio del controllo totalmente autonomizzato”.

Per approfondire la tematica del rischio, segnalo l’ultimo libro di Beck pubblicato in Italia, La società del rischio. Verso una seconda modernità (Carocci, 2013), e un libro di Gioacchino Cipriani, Il rischio nella società sociologica mondiale (Simple, 2013), che mette a confronto le tesi di Beck con quelle di Ziygmunt Bauman e Niklas Luman.

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