Le attività online controllate dagli Usa (ilpost.it) |
Beck riflette sul “rischio della libertà” alla luce dello
scandalo Prism (il programma Usa di controllo informatico globale, rivelato dall’ex
tecnico CIA, Snowden). Ritiene
estremamente fragile la consapevolezza di tale rischio, e si chiede chi avrebbe
interesse a informare l’opinione pubblica e motivare l’agire politico. “Il
primo che verrebbe in mente sarebbe lo Stato democratico”, scrive Beck, “ma
sarebbe come fare del lupo il guardiano
dell’ovile (corsivo mio).
Ebbene sì, salta fuori il proverbio latino ovem lupo committere, antenato latino
del detto ungherese
kecskére bízza a káposztát,
“affida il cavolo alla capra”(il titolo del mio libro), che si dimostra ancora
efficace.
Nell’articolo Beck prosegue evidenziando che “in tutti i
sistemi politici la promessa di sicurezza è il vero e proprio nucleo della
forza statale e della legittimazione statale, mentre la libertà ha sempre una
posizione o un ruolo di secondo piano”. Conclude affermando che “abbiamo
bisogno di un’invenzione transazionale della politica e della democrazia che
dischiuda la possibilità di far rivivere e riaffermare i diritti democratici
fondamentali contro il predominio del monopolio del controllo totalmente
autonomizzato”.
Per approfondire la tematica del rischio, segnalo l’ultimo
libro di Beck pubblicato in Italia, La
società del rischio. Verso una seconda modernità (Carocci, 2013), e un
libro di Gioacchino Cipriani, Il rischio
nella società sociologica mondiale (Simple, 2013), che mette a confronto le
tesi di Beck con quelle di Ziygmunt Bauman e Niklas Luman.
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