Già
altre volte ho pubblicato volentieri post di lettori o lettrici di
questo blog. Non necessariamete esprimono il mio punto di vista, ma
spero che tali collaborazioni si estendano, poiché più voci (e più
storie) attraggono maggior interesse.
Il
post che segue è di una giovane ragazza siciliana.
A
integrazione del post, aggiungo che il riaccendersi dell'emigrazione
dall'Italia è un fenomeno attuale anche in Ungheria, dove a causa di
ciò la popolazione è diminuita.
Certo
la crisi dell'occupazione in Italia è grave, soprattutto tra i
giovani. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ocse,
l'Italia è penultima per il tasso di occupazione giovanile (52,79%);
dietro c'è solo la Grecia. Tale dato, però, non è disponibile per
l'Ungheria.
Comunque,
l'organismo pubblico che in Ungheria si occupa di lavoro è il NFSZ,
Nemzeti
Foglalkozatási
Szolgálat
(Servizio
Nazionale per l'Occupazione).
di
Viviana
Napoli
L’Ungheria
è la nuova meta scelta dagli italiani che decidono di emigrare
all’estero. La grande crisi iniziata in America nel 2007 ha in poco
tempo raggiunto tutti i paesi europei e nessuno di essi è riuscito a
rimanerne immune, compresa l’Italia. In un periodo piuttosto breve,
quindi, il nostro paese si è visto così catapultato all’interno
di un vortice di recessione, mancanza di lavoro e abbassamento della
qualità dello stile di vita dalla quale sta risultando molto
difficile uscirne. Dopo i vari ed inutili tentativi di miglioramento,
gran parte degli italiani, vedendo crollare sotto i loro occhi la
possibilità di un futuro migliore, ha deciso di “scappare” dal
proprio paese. Così avviato il flusso migratorio degli italiani,
diverse sono state le destinazioni scelte. C’è chi ha deciso di
cambiare completamente continente, chi, invece, ha provato a sbarcare
il lunario rimanendo comunque all’interno del territorio europeo.
Le
mete europee più ambite degli immigrati italiani sono state quelle
in cui la crisi mondiale è stata risentita meno. Tra queste vi è in
primis la Germania che, grazie ad un sistema economico-amministrativo
ben strutturato, è riuscita non solo a rimanere in piedi, garantendo
un lavoro ed una qualità della vita piuttosto modesta ai suoi
cittadini, ma a dare anche vaste possibilità a tutti gli immigrati.
Inghilterra, Spagna e Francia seguono la capolista per numero di
immigrati europei. Malgrado i dati e le statistiche, però, c’è un
numero consistente di italiani che ha deciso di mettersi totalmente
in gioco esplorando nuovi territori, spesso sottovalutati come, ad
esempio, l’Ungheria. In realtà questo paese si è rivelato un
territorio confortevole, all’avanguardia e ricco di risorse, quindi
in grado di dare la possibilità a tutti i “casi disperati”
italiani, e non solo, di poter tornare a sperare nella possibilità
di un futuro migliore.
Secondo
le statistiche dell’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero)
gli italiani residenti in Ungheria sono all’incirca 3.000. Questi
dati naturalmente non tengono conto di tutti quegli immigrati
italiani che non sono registrati all’anagrafe ungherese come, per
esempio, i giovani che hanno deciso di condurre un periodo di studio
più o meno breve all’interno di una delle città ungheresi.
Attenendosi
a questi dati, emerge spontanea una domanda: perché questa parte di
italiani ha deciso di scegliere una meta così inusuale.
Ho
provato così a trovare delle ragioni valide che giustificassero
questa scelta effettuando diverse ricerche e raccogliendo
informazioni da chi vive in prima persona questa realtà.
Tra
questi vi è M., un giovane italiano che, dopo un periodo di lavoro
in Francia, ha deciso di trasferirsi a Budapest perché lì riusciva
meglio a conciliare lavoro e vita privata. All’inizio non è stato
semplice per M. ambientarsi a causa della lingua e della moneta, ma
egli afferma che ne è comunque valsa la pena, dato che Budapest è
una splendida città che offre un efficiente servizio di trasporto
urbano ed interurbano, un paesaggio ed un patrimonio artistico di
rilevante bellezza, una popolazione cordiale, disponibile e gentile
ed un costo della vita inferiore rispetto alle altre capitali
europee. Tra gli aspetti positivi del trasferirsi in Ungheria
elencati da M., quello che più di ogni altro mi ha fatto riflettere
riguarda il fatto che in Francia l’essere immigrato aveva una
connotazione negativa, mentre a Budapest ha una connotazione
positiva. M. non si sente quindi inferiore ai cittadini magiari ne
questi lo fanno sentire tale.
Poi
è la volta di V., una giovane laureata che, dopo aver condotto un
periodo di studio a Cuba, è tornata in Italia per conseguire la
laurea ricevendo successivamente una proposta di lavoro a Debrecen,
una cittadina di 200.000 anime dell’Ungheria, come insegnante di
storia italiana. V. afferma che nel primissimo periodo, ha sofferto
molto le differenze con Cuba. Niente caldo, niente belle giornate.
Poi, con il tempo e con le nuove proposte di lavoro che l’Ungheria
offre, si è trasferita nella capitale iniziando a lavorare per una
grande multinazionale che a Budapest ha solo l’assistenza clienti.
V. tiene a darci questo particolare perché intende sottolineare il
fatto che gran parte delle imprese italiane tende ad investire in
Ungheria per via dei costi di manodopera veramente bassi. V. conclude
dicendoci che l’Ungheria è un ottimo paese in cui trasferirsi
perché offre la possibilità di contratti a tempo indeterminato
(ormai quasi inesistenti in Italia), perché ha un costo della vita
ridotto e perché è un paese bello e vivace, con gente simpatica e
gentile.
Da
queste testimonianze si può dunque affermare che emigrare in
Ungheria ha molti vantaggi. Nonostante sia una meta inusuale e poco
conosciuta, questo paese dell’Est Europa offre paesaggi
affascinanti, ospitalità, cordialità, bella gente, offerte
lavorative vantaggiose e, quindi, la speranza di un futuro migliore
per tutti coloro i quali intendono trasferirsi da un paese in cui la
speranza non è più l’ultima a morire ma è già morta da tempo!
Tutti
concordano nell’affermare che la diversità della lingua non
rappresenta un limite così grande e che se si hanno davvero le idee
chiare trasferirsi in Ungheria sarà un’esperienza davvero unica ed
indimenticabile. Basterà organizzarsi per bene, inviare
anticipatamente CV, cercare un appartamento che risponda alle proprie
esigenze, farsi spedire in Ungheria il necessario (abbigliamento,
elettronica, effetti personali di vario genere), salutare amici e
parenti ed infine partire per questa nuova avventura.
Naturalmente
le esperienze sopra citate rappresentano solo una parte di ciò che
realmente significa vivere in Ungheria. Esisteranno sicuramente casi
meno fortunati, ma ovviamente ognuno dice la propria a seconda di
quanto ha vissuto. Oggi sono tantissimi i blog/forum in cui gli
immigrati italiani in Ungheria si ritrovano, si confrontano e si
scambiano informazioni ed il tutto risulta molto utile ma rappresenta
comunque solo la messa a disposizione di casi singoli e personali.
Se
davvero si vuole sapere se trasferirsi in Ungheria sia un’azione da
cui trarre vantaggio e se possa realmente piacere bisogna vivere di
persona questa esperienza. Allora siete pronti?
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