Azt várod, hogy a sült galamb
a szádba repüljön? Letteralmente:
aspetti che ti voli in bocca un piccione arrosto?
Il modo di dire italiano è: aspetti che ti cada la manna dal cielo? Evidente qui il richiamo all’evento
biblico: un cibo inviato da Dio agli israeliti nel deserto, la manna appunto (una
secrezione zuccherina tipica di alcune piante, in particolare di un tipo di
frassino).
Frase che si rivolge a qualcuno,
spesso ironicamente, per spronarlo a non restare inoperoso o a non limitarsi ad
attendere gli eventi.
Questo modo di dire parrebbe
adattarsi, oggi, alla generazione NEET (Not
in Education, Employment or Training), giovani che non studiano, non si
aggiornano, non lavorano. Quasi un esercito inattivo di neo-analfabeti: in
Italia sono circa il 25% di 9,5 milioni di giovani dai 15 ai 29 anni; in Europa
nel 2013 erano 14 milioni. In ungherese questa tipologia di giovane è descritta
così: olyan fiatal, aki nincs az oktatási
rendszerben, nem foglalkoztatják és nem vesz résztszakképzésben.
Ma perché sono in questa
situazione? Quali le responsabilità dei genitori e della scuola? E,
soprattutto, quali i limiti di un modello sociale in cui lo sviluppo sembra
bloccato e la crescita non corrisponde più, almeno in Europa, a un aumento
dell’occupazione?
La società di massa consente
apparentemente a tutti l’accesso ai consumi, ma di fatto impedisce il godimento
di diritti essenziali come il lavoro. Una conflitto tra possibile e impossibile
che, tra l’altro, genera angoscia e depressione tra le giovani generazioni.
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